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10 | grazia deledda |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - Il nonno, 1908.djvu{{padleft:12|3|0]]pappa, o col formaggio e col miele! E dicevi che volevi restare con me nell’ovile e vigilare la notte contro i ladri!
— Sì, sì, voglio restare con voi, - gridò il bambino. - Ma mi darete il fucile, il coltello, il bastone: ammazzerò tutta la gente cattiva!
— Pochi allora resteranno vivi! - disse il vecchio, rattristandosi.
Di tanto in tanto Nannedda chiamava il bambino nella capanna, facendogli vedere qualche pezzetto di carne o di formaggio fresco.
L’omettino in costume correva dalla donna, ed io lo vedevo mangiare e ascoltare attentamente quanto ella gli diceva. Egli faceva cenno di sì, di sì; poi ritornava presso il pastore e ricominciava a chiacchierare. Quando ziu Andria andava a prendere le giovenche dal prato, il bambino gli correva appresso. Il vecchio fingeva di stizzirsi, e gridava:
— Tu mi fai perdere troppo tempo, giovinotto coraggioso! - ma lo prendeva per mano e lo conduceva con sè.
Durante il pranzo il bambino sedette presso il vecchio: e ad un tratto chinò la testina sulla gamba di ziu Andria e si addormentò.
Nannedda s’alzò, dicendo che voleva portare nella capanna l’omettino addormentato, ma il pastore disse:
— Lascialo qui. non svegliarlo. Quanto è bello!
E ogni tanto, mentre continuava a chiacchierare con la donna e con gli altri pastori, egli