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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - Il nonno, 1908.djvu{{padleft:123|3|0]] zasse! La signorina scherza sempre: non si può credere a quello che dice!
— Ma cos’ha questa donna? Perchè si permette di parlare così? — domandò il giovane.
— È una donna rozza e semplice — disse Barbara.
— Rozza, ma non tanto semplice! — osservò il futuro suocero che forse ne sapeva qualche cosa. I due fidanzati scesero poi a passeggiare sul molo. Era una domenica: le barche erano tutte in porto, i pescatori si lavavano, e si radevano la barba, guardandosi a lungo nei loro piccoli specchi primitivi. Qualcuno si pettinava persino le sopracciglia! Anche i pescatori anziani della Maria Anna si lavarono e si cambiarono: Antoniotto non c’era, ma ad un tratto Barbara lo vide uscire come un pazzo dalla casetta del marinaio del porto e mettersi a correre verso di lei, livido in viso, con le mani contratte come artigli.
Ella ebbe paura, e istintivamente si strinse al fidanzato, come per proteggerlo e per cercar nello stesso tempo difesa.
Il giovane si volse; vide Antoniotto che correva verso di loro, guardandoli con occhi da folle: capì che Barbara aveva paura, e domandò:
— È un pazzo?
Ma Antoniotto si fermò tre o quattro passi distante da loro, saltò sulla banchina, poi nella sua barca, e andò a nascondersi dietro la vela.
Rientrati a casa, mentre la vecchia serva finiva di apparecchiare la tavola, il fidanzato uscì nel