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34 | grazia deledda |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - Il nonno, 1908.djvu{{padleft:36|3|0]]Il finto frate doveva girare per i paesi questuando, truffando la povera gente. Due malfattori più arditi di lui, forse sapendo chi egli era, l’avevano derubato e ferito.
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Marianna avrebbe voluto portami via subito il ferito; ma da Siniscola la vettura postale non partiva che alle tre del pomeriggio. Tanto valeva passare la notte nella capanna.
Sebiu, dopo aver condotto il cavallo a pascolare fra le macchie, entrò nella capanna e pregò la donna di rimanere. Egli non sapeva precisamente quel che voleva da lei; ma il pensiero che ella dovesse andarsene via subito, sparire com’era venuta, quasi fantasticamente, lo riempiva di tristezza.
— Io lascerò la capanna a vostra disposizione; dovrete considerarvi come in casa vostra. - disse ai suoi ospiti. - Eppoi tu hai bisogno di riposarti, povera donna. Rimani, ti dico!
Ella rimase, tanto più che le emozioni di quelle ultime ore avevano agitato il vecchio: durante la notte la febbre lo riassalì.
Marianna cominciò a disperarsi: aveva paura che suo padre morisse in quel deserto, tanto lontano da casa sua, e che si venisse a conoscere la sua vergognosa avventura. Ella era una donna energica,