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38 | grazia deledda |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - Il nonno, 1908.djvu{{padleft:40|3|0]]adesso credeva d’andar a far altrettanto, e che ne era orgogliosa.
Arrivata alla capanna ella aprì il cofanetto e ne estrasse una fascia, una chiave, un vasetto di balsamo. Ella curava ancora le ferite come al tempo delle Crociate: ma aveva la furberia d’un medico moderno. Si accorse che la ferita del vecchio non era grave; ma per darci dell’importanza dichiarò che egli non doveva muoverci fino ad una sua nuova visita.
Fasciata la ferita, mise la chiave sotto l’ascella del vecchio; la lasciò finchè la sentì calda, poi la strina nel pugno.
— Febbre non ce n’è quasi più - dichiarò, rimettendo nel cofanetto lo strano termometro. E sollevandosi vide che Sebiu guardava Marianna con uno sguardo quasi feroce.
⁂
Il ferito rimase altri cinque giorni nella capanna. Gli uomini che trasportavano il carbone dalla foresta alla spiaggia finirono con l’accorgerci della presenza del vecchio e della donna. Sebiu inventò una storiella, disse che il vecchio, ammalatosi in viaggio, gli aveva domandato ospitalità. Gli uomini sogghignavano. Essi venivano direttamente dalla foresta, senza fermarsi nei paesi: erano da lunghe settimane privi di compagne, di mogli, di amanti.