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solitudine! | 41 |
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Egli la guardò e arrossì. Il vecchio gli domandò scusa per averlo ingiuriato mentre avrebbe dovuto ringraziarlo come un santo, e aggiunse:
— Io mi ricorderò sempre di te. Anche se tu mi facessi la peggiore delle ingiurie, anche se tu tagliassi la lingua al mio cavallo, ti perdonerei.
Sebiu uscì fuori e si morsicò i pugni.
Verso il tramonto la pioggia cessò, ma il vento continuò a soffiare con violenza. Era un vento caldo, umido, che portava l’odore delle coste africane. All’orizzonte sopra il mare tutto livido e sanguigno, il cielo rosso e le nuvole in color di fiamma e di fumo, stendevano come il miraggio di un immenso incendio. La brughiera umida, gli scogli e la sabbia, quando le ondate si ritiravano, riflettevano la luce rossa dell’orizzonte.
Sebiu andò in cerca del cavallo dei suoi ospiti, e nella tettoia vide Marianna che cercava un sacco meno sporco degli altri per coprirsi, durante la notte. Egli le si avvicinò: tremava tutto e i suoi occhi riflettevano la fiamma del tramonto.
— Stanotte farà freddo - disse Marianna, curva sul mucchio dei sacchi.
— Se vuoi... se vuoi, ti scalderò io - egli balbettò.
Ella si sollevò e rise. Egli le afferrò i polsi, e gli parve di avere la stessa forza irrefrenabile delle onde che, in quel momento, arrivavano a sorpassare le roccie.