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novella sentimentale 83

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Due ore dopo egli e la bella Elisabetta Kerker si trovavano sul piccolo molo di Bagnoli, in faccia a Nisida.

Elisabeth era bella quasi quanto un’italiana bella. Niente occhiali. Capelli e occhi neri, viso colorito, espressivo, fisionomia nobile, bocca grande e rosea. Ciò che non piaceva a Serafino - il quale aveva rinunziato a credersi bello davanti alla fresca bellezza della sua amica - era l’arricciar delle labbra di Elisabeth allorchè ella pronunziava qualche parola italiana difficile.

Ma a un tratto ella parlò in tedesco.

— Veda - aveva detto in italiano, guardando la riva luminosa ove il mare stendeva dolcemente il suo merletto di spuma azzurrognola - mi pare di leggere quella pagina meravigliosa delle Lettere che non lo raggiunsero, dove l’autrice racconta il suo sogno atavico, dirò così...

E in tedesco ripetè alcune frasi della «pagina meravigliosa».

— Vedevo un mare liscio come uno specchio, sopra il quale il cielo si distendeva a un’altezza infinita. Presso la riva stavano sedute due persone... sopra tutt’e due stava un infinito incanto di giovinezza, di alba, di cose primordiali...

Serafino non sapeva il tedesco, e non capì la profonda significazione del ricordo letterario di Elisabeth, ma parlando la sua lingua natìa le

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