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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - L'incendio nell'oliveto,1821.djvu{{padleft:144|3|0]]battè la vecchia con asprezza. — Ma se Dio permette che uno cada è per insegnare agli altri di camminare dritti e di badare dove mettere i piedi. Si muore, Nina mia, — concluse con voce meno aspra, — e bisogna presentarsi a Dio con la veste pulita.

— E allora tutto andrà bene lo stesso dal momento che si muore.

La suocera non insistè. Sentiva di aver colpito nel segno, poichè la nuora diventava amara e pungente. Per quel giorno bastava.

D’altronde rientravano i fidanzati e subito ella si accorse che la passeggiata nell’orto aveva loro fatto bene. Erano tutti e due un po’ eccitati, col viso rinfrescato dall’aria della sera, gli occhi brillanti. Stefano aveva fra le dita un ramoscello di salvia e parve volerlo porgere a Nina, poi lo diede a lei, mentre Annarosa riprendeva il suo posto posandole la mano sulla mano e guardandola con tenerezza. E la matrigna si scostava, come respinta da quel fluido d’amore che i giovani avevano portato di fuori.

Stefano faceva il grazioso con la nonna. Dopo averle dato la salvia si rivolgeva a lei sola per raccontarle una storiella.

— Questa mattina il pretore ha discusso

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