Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 156 — |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - L'incendio nell'oliveto,1821.djvu{{padleft:164|3|0]]stesso tempo. Sa voler bene a chi le vuol bene, ma sa fare anche il fatto suo. Lavora ed è forte e sana. Mangia, però, e d’inverno ha i geloni.
— Ma è vero che sa fare il pane?
— Lo sa, sicuro.
— Lo sa anche infornare?
— Lo sa.
— E sa lavare e cucire?
— Lavare, sì; cucire, qui cucisce poco, perchè fanno le donne; ma può imparare.
— Certo, bisogna almeno che impari a rattoppare. Un contadino come me strappa facilmente i suoi calzoni. Oh, e un’altra cosa, padrona mia: la ragazza è onesta?
Ella lo guardò di sbieco.
— Questo lo puoi sapere tu più di me.
— È vero, padrona mia. Lei parla come il Vangelo.
Richiamata al Vangelo, ella si credette in obbligo di fare il solito sermone: ricordò al contadino la sua prima moglie, che lavorava giorno e notte e non sollevava gli occhi davanti agli uomini.
— Tu l’hai presa come la lepre calda dal nido: e lei aveva i denari per comprare un carro, un aratro, un paio di buoi e farsene la dote. Così siete andati bene, avanti, nel nome di Dìo.