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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - L'incendio nell'oliveto,1821.djvu{{padleft:180|3|0]]guardava verso Juanniccu mostrandogli il bicchiere che poi vuotava d’un sorso asciugandosi con la mano la barba sui cui peli le goccie violette del vino si mescolavano alle goccie argentee del grasso.

I suoi discorsi però erano seri, tanto che Annarosa, seduta accanto a lui, si distraeva e pensava alle sue cose; o si volgeva a Stefano cercandone lo sguardo con gli occhi ancora turbati per il bacio ch’egli le aveva impresso sul collo.

— Saranno superstizioni, — disse zio Predu, respingendo davanti a se il piatto ancor pieno, — ma io ho sempre creduto che le maledizioni vengono. Vi racconto un fatto: ecco, posso dirlo anche se ci sono i ragazzi; voi ricordate il fatto di compare Conteddu. Compare Conteddu aveva una moglie d’oro, ma fu abbindolato da quella maliarda mala femmina che fu poi la sua seconda moglie: e la prima morì di crepacuore, maledicendo. Ebbene, voi ricordate il fatto; la seconda moglie aveva un’osteria: e davanti alla porta dell’osteria una notte fu trovato morto ammazzato un forestiere danaroso. Ebbene; furono imputati e condannati per quest’omicidio compare Conteddu e la sua seconda moglie, quella maliarda mala femmina, e ancora sono in galera.

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