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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - L'incendio nell'oliveto,1821.djvu{{padleft:221|3|0]]allarmanti. Il volto le si faceva a tratti pallido, a tratti rosso, come illuminato da un riflesso cangiante: gli occhi a volte, come contro sua volontà, si sollevavano smarriti a guardare Stefano, con una luce di paura e d’implorazione.
— E tu? — domandò finalmente.
Egli ripiegava un giornale, senza rispondere. D’un tratto s’avvide che Annarosa guardava rapidamente nell’angolo ove stava silenziosa e impassibile la matrigna, e provò un senso di vertigine.
— La mia classe verrà richiamata più tardi, — rispose. — Son vecchio, — aggiunse, chinandosi sulla nonna e tentando di scherzare. — Tocca prima ai giovani a coprirsi di gloria.
Annarosa vide la nonna agitare la canna come per scacciarlo lontano: ed ebbe per un momento il terrore e la speranza che ella gridasse chiedendogli di dissipare l’ombra sparsa intorno dalle parole di Juanniccu; ma subito la vide ripiegarsi su di sè e ricadere nella strana indifferenza che la teneva dal mattino.
— Andiamo fuori, andiamo nell’orto, Stefano, — pregò allora, avviandosi.
Era già nello stretto vialetto in pendìo, quando Stefano uscì sulla porticina dell’orto. E nel seguirla, a qualche distanza,