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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - L'incendio nell'oliveto,1821.djvu{{padleft:87|3|0]]non abbiamo bisogno di donne, in casa: pensiamo piuttosto a collocarne qualcuna. E dunque bisogna andare a questi funerali.
— Dimmi una cosa, Agostineddu mio: non ti pare conveniente che sorella tua venga anche lei, a far riga con le parenti della morta, al momento del funerale?
— Ma che! — egli disse con orgoglio. — Non diamo poi loro troppa importanza. Eppoi, anche a mandarla, non ci andrebbe.
E d’un tratto fece un cenno di saluto alla sorella, quasi la vedesse solo allora.
— A che pensi, Annarò?
Annarosa era entrata nella stanza e apparecchiava la tavola; nonostante la sua tristezza, il viso e il modo di parlare del fratello la fecero ridere.
— E tu a che pensi, Agostì?
Ma Agostino non glielo disse: anzi cambiò discorso, parlando con la nonna dei tre vecchi olivi davanti alla casetta del podere, il cui frutto era dovuto alla chiesa di Santa Croce. Da secoli i proprietari dell’oliveto osservavano il canone, ripiantando gli olivi quando minacciavano di seccarsi. I ladri d’olive potevano spogliare tutti gli olivi della valle, ma rispettavano quelli.