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don eveno 91

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - L'ospite, Cappelli, 1898.djvu{{padleft:103|3|0]]signorile di don Eveno, dalle volte dipinte, dalle pareti coperte di stoffa e di quadri splendenti, dai pavimenti smaltati, si domandò piangendo:

— Ma è dunque questo lo star bene?

Nei primi giorni, passando su le lunghe e morbide corsie, ascoltava intensamente, e non udendo neppure il rumore dei suoi passi le sembrava di esser morta.

Così diventò più bianca, più sottile; il suo profilo pareva diafano, e intorno agli occhi le si stese un cerchio nero, che rendeva opaca la grande iride profonda.

Poi guarì improvvisamente. Corrispondeva in segreto col suo innamorato, e sperava. Lo sapeva o non lo sapeva don Evéno? Fidele credeva di no, perchè Fidele sapeva la storia sino a questo punto. Il resto lo sappiamo noi, e lo racconteremo subito.

Certamente, zio e nipote erano due grandi egoisti. Si erano uniti pensando ciascuno al proprio tornaconto, senza alcuna idea di affetto o di altruismo.

Sulle prime, anzi, un astio tutto partico-

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