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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - L'ospite, Cappelli, 1898.djvu{{padleft:118|3|0]]due s’incontrassero, e allora un brivido di freddo angoscioso tornava a invaderla dai piedi alla testa. Così passò tutta la giornata, in una calma perfetta, che in fondo era un’angoscia suprema.

Fidele tornò verso sera, tanto presto che Mikela si spaventò.

— È accaduto nulla? — domandò col volto più bianco del solito.

— Nulla! — esclamò il servo levando la sella alla cavalla. Nell’ombra Mikela non s’accorse che Fidele aveva gli occhi un po’ smarriti.

— Sono andato... sono andato... e ho consegnato la lettera...

— Sono tutti sani in casa? —

— Uh! Credo benissimo! Sua madre voleva farmi restare per mangiare, ma io son ripartito subito... si figuri!

— Hai fame dunque?

— Poco.

Saputi molti altri particolari, Mikela si rassicurò. E, timidamente, diede a Fidele un biglietto da dieci lire.

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