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due miracoli 121

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— Cosa c’è? — chiese zia Batòra a una sua conoscente.

— C’è una ragazza indemoniata, — rispose l’interpellata, con voce bassa e commossa. — Dopo la messa la scongiureranno. Chissà, chissà che Nostra Signora faccia il miracolo...

E narrò misteriosamente una storia spaventosa, — la stessa che serpeggiava per la folla, destando fremiti e sussurri. Era l’anima dannata di un prete che aveva in corpo, la ragazza.

— Di dov’è?

— Di Alà. Sentite, comare mia...

Scomunicato da un altro prete, lo spirito dannato non era stato accolto nè in cielo nè in purgatorio, e neppure nell’inferno. Prima di entrare in quest’alloggio, lo spirito doveva vagare per un tempo indefinito sulla terra, incarnandosi sul corpo di ragazze innocenti, di sette od otto anni, Ora l’aveva quella povera ragazza di Alà. Si dicevano cose terribili. La povera piccina non aveva pace, e faceva proprio azioni da indemoniata. La sua voce era quella dello spirito dannato Guai a mostrarle cose di Chiesa! Le sputava, imprecando, bestemmiando, frantumandole, — mettendo un’azione di forza impossibile

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