< Pagina:Deledda - L'ospite, Cappelli, 1898.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
62 un giorno

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - L'ospite, Cappelli, 1898.djvu{{padleft:74|3|0]]

Avveniva una cosa semplicissima, che però lassù, nella povera bizzarra chiesetta, assumeva le proporzioni di un grande avvenimento. Entravano dei forestieri, due giovinotti e una signorina vestita di bianco, che fino alla soglia della chiesa era salita ridendo, zoppicando un poco, sotto l’ombrellino rosso trasparente.

— Chi sono? — pensò subito Jame.

La signorina introdusse la mano nella vecchia pila di pietra, ma non trovò evidentemente che polvere; tuttavia si segnò lo stesso, con rapidità, e gettò uno sguardo sicuro fra le donne, cercandone una di sua conoscenza.

I suoi compagni, fermi sulla porta, le dissero qualche parola, ed intanto tutti i devoti si voltavano a guardare curiosamente. E Jame pensò subito che quei tre fossero della famiglia Serrara, ricca famiglia della città vicina, di cui i Pischeddu tenevano a mezzadria un podere, posto a metà strada fra la città e il villaggio, perchè la moglie di Predu Pischeddu, la sua balia, si era levata premurosamente andando incontro alla giovinetta, che le strinse la mano e le parlò con vivacità.

Con gli occhi socchiusi, per sembrare indifferente, Jame guardava, e avrebbe vo-

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.