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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - Le colpe altrui.djvu{{padleft:214|3|0]]di filare; eppure Marianna Zanche scoppiò in pianto dirotto: quando si fu calmata riprese:

— Tu ne piangi uno, Pietrina Zara; mentre io ne piango tanti. Ma non sono venuta per fare il mortorio, oggi; parliamo dei nostri ragazzi...

— Ho sentito che il tuo voleva andare in America.

— Voleva; ma non va più. Qualche cosa lo trattiene qui...

— Che cosa lo trattiene?

— Vuole ammogliarsi, Pietrina mia. È molto giovane, ma serio; conosce già la sventura e vuole lavorare e sarà un buon capo di famiglia. Ricco di beni di fortuna non è, ma non ha vizi ed è buono di cuore.

— Non basta questo per prender moglie — sentenziò la vedova, e Marianna Zanche s’irrigidì, paurosa di un rifiuto, ma ribattè pronta:

— Mikali ama la donna che vuole sposare, e questo supplisce al resto. Quando due sposi si amano sono ricchi come i re. Tu stessa, Pietrina mia, lo puoi testimoniare.

— È vero, Marianna mia, ma l’amor mio e del mio sposo era limpido come il cristallo; mentre in tante altre coppie è torbido, l’amore, è macchiato come un panno sporco...

Marianna Zanche trasalì e parve restringersi sotto la sua gonna come il riccio nel suo guscio.

— Perchè m’hanno fatto venire? — pensò. — Anche questa umiliazione ci voleva...

Ma giacchè c’era tentò di combattere: si trattava di suo figlio, non di lei.

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