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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - Le colpe altrui.djvu{{padleft:56|3|0]]accanto a suo padre quando per la prima volta, seduti su quella stessa panchina, aveva osato chiedergli di perdonare e di riprendere sua madre.

— Mai! Si può rimettere in casa una serva ladra?

— Ella non è stata colpevole come voi credete.

— Come? Se li ho sorpresi io?

— Che importa? Ella amava.

Il padre lo aveva guardato con pietà, pur sollevando la mano per schiaffeggiarlo. E non aveva discusso.

Ma ecco Ignazia che esce nel cortile a stendere un panno e solleva gli occhi lenti pensosi. Andrea si ritirò perchè aveva paura della malignità dei servi, ma invece di tornare nella camera di suo padre uscì in cucina e trovato il fraticello che voleva andarsene, lo prese per le braccia e lo costrinse a sedersi di nuovo.

— Dove volete andare? A predicare? Fatelo qui, se volete: gli eretici e i miscredenti son qui!

— Per questi non si predica più, è inutile. Si predica per quelli che credono ancora.

— E ce ne sono? Voi credete ancora?

Zia Sirena curva sul focolare a cuocere un cataplasma di salsapariglia, lo fissò, con occhi severi, poi guardò il frate battendosi un dito sulla fronte: il frate però aveva soggezione di Andrea e gli rispondeva scherzando timidamente.

— Se non credessi, che starei a fare in que-

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