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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - Le colpe altrui.djvu{{padleft:83|3|0]]precipitati curiosi attorno a Maria Luisa che, pure respingendoli perchè calpestavano la tela, continuava le sue domande curiose.

Finalmente madre e figlio si liberarono delle donne e dei fanciulli e andarono verso lo stradone. Egli camminava a testa bassa inciampando: gli sembrava di essere cieco; desiderava gridare e non poteva per paura delle donne che spiavano. Gli pareva di non aver casa, anche lui come sua madre, di essere come lei servo, in terreno altrui; entrambi potevano camminare finchè volevano, non avrebbero mai trovato un posto loro dove parlare liberamente, dove guardarsi in fondo agli occhi e intendersi. Arrivato allo stradone, si fermò aspettandola: ed ecco di nuovo le stelle ferme sul limitare del nulla; il rifugio sicuro era solo laggiù, lassù: perchè disperarsi quando resta un rifugio?

Allora afferrò la madre per le braccia, ma senza forza, quasi calmo. Le domandò a voce alta:

— Dunque è vero?

Senza rispondere ella giunse le mani tremule e lo guardò, nella notte, già preparata a tutto. Da lunghi anni era preparata a tutto. Aveva peccato, aveva accettato tutto in espiazione, eppure le pareva che il castigo non dovesse mai cessare. Lo aveva fatto pesare anche su Mikali, questo castigo, su Mikali innocente; ma non bastava ancora...

Vedendola immersa nei suoi pensieri, Andrea tornò ad irritarsi e la scosse tutta come un

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