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Tutti i paesani sardi credono nella potenza dei berbos, che sono di molte specie, di molti riti e per molte cose. Ce ne sono per guarire il bestiame, per legare, cioè impedire alle aquile e alle volpi di rapire il bestiame minuto, per impedire ai cani di abbajare, e ai fucili di sparare, per distruggere bruchi e altri animali nocivi, e infine per cento altre cose strane.

Zio Felix aveva fede illimitata nei berbos: ne conosceva moltissimi, ed anzi godeva fama che gli riuscissero sempre bene, onde spesso lo chiamavano qua e là negli ovili vicini per praticarli.

Appena la luna nuova apparve come una piccola barca d’oro navigante fra i rosei vapori del tramonto, al disopra di Monte Urticu, egli pensò di recitare i berbos per le vacche malate.

Le riunì tre sere dopo, vicino al fiume. Antine assisteva alla scena.

La notte era appena calata: la luna nuova scendeva dietro gli oleandri, l’acqua del fiume aveva lunghe scie d’argento pallido, e il cielo aveva la stessa purezza dell’acqua. Che pace, che dolcezza profonda! Le vacche, quasi tutte rosse, oscure dal lato che la luna non illumi-

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