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14 g. deledda

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Grazietta, una spiritata, coi capelli sempre sugli occhi, che per i suoi quattro anni parlava già discretamente male del prossimo, picchiava Chichita; Peppino e Martino, nella lor qualità di zii, bastonavano le monelle; Diego, caporione e capitano di tutta la volante squadriglia, pallido e miope coi suoi tredici anni prepotenti, metteva tutti in castigo. Schiaffi di qua, pedate di là, il finimondo, la battaglia vera, con grida, pianti ed altri guai, e sputi e insulti dell’altro mondo. Ci si mischiavano persino i grandi, e una volta Giovanni Faira era stato sul punto di andarsene con la moglie e le figlie, perchè Peppino aveva fracassato il nasetto rosso di Grazietta con un pugno numero uno, chiamandola: ladra, figlia di ladro!

Una disperazione, infine. Andavano a mala pena a scuola, ma odiavano e mettevano in caricatura la povera vecchia maestra, e non studiavano nè facevano nulla.

La mattina uscivano di camera lindi e puliti e coi ribelli capelli acconciati; la sera non si riconoscevano più, con gli occhi e il naso pieni di terra, le manine graffiate e nere, i vestitini a brandelli. Filippa e Maria non bastavano a rattoppare.

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