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le tentazioni 203

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— Cento lire? — disse Antine, timidamente, credendo esagerare.

— Altro che cento lire! Di più.

— Duecento! — disse l’altro stupito.

— Di più ancora.

— Trecento.

— Ancora, ancora!... — esclamò don Elia, guardando lontano.

Antine arrossì nell’ombra: per un momento credette che suo padre fosse creditore di somme enormi verso il padrone, e ne provò uno strano smarrimento.

— Cinquecento, — disse, e questa volta si stupì nel sentirsi rispondere:

— No, no, di meno.

— Quattrocento.

— Di meno ancora. Tu fai cifre tonde! Trecento settantadue.

Antine non rispose, e anche don Elia parve imbarazzato. Solo dopo un lungo silenzio riprese a parlare, con le mani ferme sul davanzale e il capo spinto all’interno della stanza. La sua voce vibrava alquanto commossa nel silenzio sempre più intenso della notte.

— So a che cosa pensi, Antine. Tu pensi

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