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le tentazioni 205

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - Le tentazioni.djvu{{padleft:211|3|0]] soli puledri pagherò tutti i miei debiti, poi piglierò una moglie ricca e poi, passata la gioventù, si cessa di spendere, si lavora, si pensa ai figli. Ma la gioventù bisogna goderla: a che altro serve la vita? Dopo tutto è una stupidaggine non godersela. Tanto, vedi, fra cinquanta, fra cento anni questa tanca apparterrà ad altri: di noi non si troveranno neppur le ossa. Può anzi benissimo darsi che ciò sia fra un anno. Godiamo dunque, spassiamoci. Io sono fatto così, sono un tipo allegro, buono in fondo, sai, buono come il pane, e non odio nessuno, neppur mio zio, per quanto si dica. Dopo tutto egli fa il suo dovere: pensandoci bene gli do ragione. Ma che vuoi? Io ho bisogno di denaro: senza denaro io non posso vivere. Cosa è un uomo senza denaro? È come un uomo che abbia le scarpe rotte: sarà il primo galantuomo del mondo, ma tutti lo disprezzano. Sai quanto ho speso in questa stupida festa di Sant’Elia? Duecento lire. Dicono che io abbia dei vizî; ma e là, in quella stupida festa, che vizî potevano esserci? Eppure ho speso tanto. Che vuoi? Quando non si ha denaro si fa di tutto per procurarsene; quando

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