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210 | g. deledda |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - Le tentazioni.djvu{{padleft:216|3|0]] ingenuo, e rispose canzonandoli. Non s’accorgeva però che il burlato era lui.
— Come tu puoi credere alle fatture? — gli disse Antine. — Io ritengo che il tuo archibugio potrebbe, più che altro, liberarti dal tuo nemico.
— Ma appunto il mio archibugio è legato da una fattura del mio nemico. Quante volte ho tentato spararglielo sulle reni! E sempre ha negato il colpo.
— Ma allora non potresti fartelo sciogliere?
— Potresti scioglierlo tu?
— Io non sono un negromante! — gridò Antine adirandosi. — Perchè non lo sciogliete voi, zio Pera?
— Abbiamo provato, — rispose questo con perfetta calma, fissando sull’archibugio in questione il suo occhio turchino. — Non ci è riuscito.
— Basta, — disse il bandito. — Spicciatevi perchè ho fretta.
Antine parve volersi togliere ogni scrupolo, dicendo:
— Bada però che io non son sicuro di riuscire. Non ho ancora gli ordini.