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218 | g. deledda |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - Le tentazioni.djvu{{padleft:224|3|0]] dute. Si riavvicinò alla semplice gente dell’ovile, giocò con Minnai, discorse con suo padre: ma neppure per un minuto gli venne in mente di confidare a quest’ultimo lo stato penoso del suo cuore.
La mattina prima di partire, zio Pera gli disse:
— Ho da parlarti a tre occhi.
Era un suo scherzo favorito; — egli almeno lo credeva uno scherzo.
— Parlate, zio Pera.
— Sai, volpicina mia, quella cosa è riuscita. Com’è contento Antonio Francesco!
— Quale cosa, zio Pera? Chi è questo Antonio Francesco?
— Bah, il bandito!
— Quella cosa è riuscita! — esclamò Antine stordito. — Ma come è riuscita? Quando?
— Pare sia riuscita subito, ma, siccome s’accorsero della fattura, volevano tenerla nascosta. Pare abbiano cercato tutti i rimedi per scongiurarla, e non vi riuscirono. Ora però hanno dovuto dichiararla. Non gli bastano le pietre, agnello mio, non gli bastano le pietre per saziarsi. Antonio Francesco ha detto che