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le tentazioni | 219 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - Le tentazioni.djvu{{padleft:225|3|0]] quando avrai gli ordini te ne darà di bei denari!
Antine cominciò a incollerirsi, ma si frenò e disse:
— Non fatemi arrabbiare, zio Pera. Lasciatemi partir tranquillo.
— Come, volpicina mia, tu non credi che la cosa sia riuscita? Eppure è vero, come è vero che io ho un occhio sì e uno no! Anzi, senti. Ecco ciò che volevo dirti a tre occhi....
Tacque, grattandosi il naso, non trovando parole. La cosa doveva esser enorme se lo imbarazzava.
— Cosa c’è? — gridò Antine.
— Ebbene, senti, agnellino mio, non arrabbiarti, la cosa è vera, tanto vera che.... senti, m’è venuta una persona, la quale mi disse: è stata fatta qui la magia? — Come, — grido io, — cosa dici tu, cane rognoso? Qui c’è solo un’anima innocente. — Eppure, — dice quello, — deve essere stata fatta qui, e l’uomo toccato a libro è disposto a dar duecento scudi purchè chi l’ha fatta la sciolga. Ora, agnello mio, fa quello che credi....
— Ah, zio Pera, voi volete rovinarmi, —