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234 | g. deledda |
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Gli occhi vitrei di zio Felix scintillavano, e una voce dentro gli gridava:
— E se il Signore non mi paga, saprò pagarmi ben io.
Zio Basilio tornava in paese, e ogni mese spediva segretamente due lire al nipote.
⁂
In agosto, tre anni circa dopo la sua ultima venuta, don Elia tornò nelle sue tancas. Era maggiorenne, libero, rovinato. I cavalli e i puledri erano spariti dalle tancas, un sequestro gravava sulle vacche: fra un mese dovevano esser messe all’asta anche le tanche. Egli era sempre bello, bianco, col volto adolescente: solo gli occhi erano un po’ infossati. E vestiva un po’ goffamente, di fustagno oscuro. Zio Pera l’informò subito dei feroci propositi che Felix Nurroi nutriva contro di lui.
— Non fidarti, — gli disse, — non fidarti, piccolo cavaliere. Se ti fidi, egli ti schiaccierà come una lucertola. Una notte, senti, son sceso laggiù; egli stava sotto un oleandro e parlava fra sè. Diceva: lo ucciderò, lo ammazzerò, fa-