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250 | g. deledda |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - Le tentazioni.djvu{{padleft:256|3|0]] sua figlia: ella se ne accorse e disse al giovine:
— Finitela dunque. Se volete restar a cena con noi, bene, altrimenti fate come volete.
Boele restò a cena e bevette senza scrupoli quasi tutto il vino di zio Sidru, poi se n’andò.
Padre e figlia rimasero soli, e Sidra si dava intorno a far qualche cosa, turbata e imbarazzata.
— Ha parlato sul serio quel giovinastro? — chiese il pastore.
— Non so.
— Ti è venuto mai dietro?
— Mai.
Zio Sidru stette un po’ silenzioso, poi sputò sul fuoco, e disse:
— Bene, senti. Tu non sei più tanto giovine e vedi il bene ed il male. Io sono sopratutto prudente. Se lo vuoi piglialo, ma sappi che quello lì è un’immondezza, un pezzente. E tu sei ricca, e se sai aspettare il tuo stato non ti mancherà. Io lavoro da quarant’anni, vedi, ma non ho lavorato per un pezzente, per un cacciatore tagliapietre! Io quest’anno non ho venduto i porci perchè non troppo grassi e perchè,