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254 | g. deledda |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - Le tentazioni.djvu{{padleft:260|3|0]] pietra, temuto in tutto il paese. Per qualche tempo le cose andarono bene.
In autunno Boele cacciò sei martore, e disse alla moglie:
— Vado a Nuoro per vender le pelli: col ricavo compro del legname e pianto bottega al ritorno. Vedrai che denaro faremo.
Infatti fece da savio, vendette bene le pelli e mise su una piccola bottega: in meno d’un mese fece tre carri, li vendette e diede il denaro a Sidra. Poi le disse:
— Vado di nuovo a Nuoro, e compro di nuovo legname.
Ella, tutta felice nel vederlo pigliar la buona via, gli consegnò il denaro e gli disse:
— Per non stare ogni giorno viaggiando, facciamo così, preghiamo il babbo che ci dia qualche altro centinajo di lire.
— Va bene, — gridò Boele con gli occhi scintillanti.
Salirono all’ovile, in un freddo giorno di novembre, e zio Sidru diede i denari.
Sidra non dimenticò mai più quella giornata: le pareva d’esser più felice che nel giorno luminoso del pranzo nuziale. Rimasero una notte