< Pagina:Deledda - Le tentazioni.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

un piccolo uomo 87

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - Le tentazioni.djvu{{padleft:93|3|0]] derla? Egli era povero oramai e disonorato: l’altro occupava una splendida posizione sociale, era buono e di nobile cuore. Aveva egli il diritto di togliere a Paola una possibile felicità? Egli le aveva sacrificato il suo onore e quasi due anni di libertà: ma il sacrifizio non era chiesto da lei e non era giusto che egli in cambio le chiedesse tutta la vita. Ad ogni modo ella sarebbe stata arbitra; — e in fondo egli sentivasi sicuro di sè, — ma lo opprimeva il dolore di avere ingannato e d’ingannare ancora quell'uomo stranamente buono e nobile.

— Io gli dirò tutto, avvenga che può — pensò sollevandosi dopo lunga ora d’affanno; ma ritto che fu il suo buon proposito sparve.

— No, non dirò nulla. Ha egli il diritto di sapere? No. Gli scriverò dal mio paese; dopo tutto egli ha operato il bene per conto suo, per egoismo. I suoi occhi felini non mi rassicurano; ora potrebbe farmi qualche torto.

Ma poscia si vergognò del suo dubbio; urlò fra sè:

— Sarei vile? — e s’aggirò nella cella come belva rinchiusa.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.