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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - Nel deserto, Milano, 1911.djvu{{padleft:107|3|0]]giornali, che scherzano anche quando succede una disgrazia. Ma il mio padrone era buono. Lei non può sapere tutto quello che lui ha fatto, no, non lo può sapere....

— Forse non lo sai neppure tu!

Ella rimase ancora qualche giorno a Roma, decisa, per quante preghiere Lia, le rivolgesse, a ritornarsene al paese. La somma ricavata dai mobili era meschina; Lia però pensava che lo zio avesse, prima di morire, consegnato alla serva qualche somma, o che Costantina, il cui contegno era oltremodo strano, se ne fosse impadronita senza permesso.

Partita la ragazza, parve a Lia che si chiudesse tutto un periodo, il più importante, della sua vita: ma un po’ per volta i ricordi si velarono, ed ella smise di guardare la porta e le finestre dell’appartamento ove era morto lo zio Asquer, e si lasciò portare dalla corrente della nuova vita.

*

La nuova vita era dolce, tranquilla: tonto dolce, tanto tranquilla, che qualche volta sembrava quasi monotona, come un bel paesaggio veduto tutti i giorni e sotto una luce sempre mite ed eguale. Spesso Lia usciva dalla cerchia dorata ma ristretta delle sue abitudini, e seguiva Justo a teatro, alle prime grandi rappresentazioni, o

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