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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - Nel deserto, Milano, 1911.djvu{{padleft:179|3|0]]la gonfiamo e la leghiamo con vesti sempre ridicole. Sentir lei a parlare così, come porla, di provvidenza divina, di aiuto sovrumano, vien voglia di ridere: la vita, è bella, signora Lia, ma bisogna denudarla di tutte le sue vesti goffe dei suoi gioielli falsi....

Lia riprese la scarpetta e si rimise a lavorare.

Avrebbe voluto dirgli che egli si contraddiceva, poichè fino a quel momento aveva sostenuto che la vita è un dramma continuo, di cui noi siamo gli eterni personaggi; ma perchè continuare? Egli non la capiva ed ella si sentiva sola, accanto a lui, e si pentiva di avergli aperto per un attimo, sia pure con vaghe parole, l’anima sua. A che rivelare le proprie inquietudini? L’uomo è sempre indifferente ai dolori del suo simile, e spesso consiglia la pazienza o la ribellione per non porgere aiuto....

Ma il Guidi voleva lasciare in lei una buona impressione, e continuando a chiacchierare le disse fra le altre cose che egli del resto ammirava le anime semplici e soprattutto la donna forte, sana e lavoratrice.

— Donne così non ne esistono più! — disse Lia con dispetto.

— Lei dà prova del contrario!

— Oh, grazie! Si vede che la spiaggia è deserta.

— Posse pure affollata di migliaia di donne, lei sarebbe fra quelle che più ammirerei, — egli concluse, guardando l’orologio. - La prova ne

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