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— Tu che sembri molto svelto dovresti fare una cosa, — disse Piero a Salvador che lo fissava silenzioso. — Devi andare in salotto e portarmi appunto la valigietta. Ci riesci?

Il fanciullo sorriso sdegnosa, come per significare che ben altre cose sapeva fare; portò la valigietta, e quando il Guidi domandò: — Cosa mai ci sarà, dentro? — finse di non saperlo, mentre Nino rispondeva francamente:

— Forse un treno per me, con due macchine.

— E se invece ci fosse un libro?

— Oh, io libri non ne voglio!

— Benissimo! E tu, Salvador?

— Io sì! I libri mi piacciono più dei giocattoli, perchè insegnano a conoscere tutto ciò che esiste nel mondo.

— Benissimo! — ripetè Piero, che si era seduto sul letto e apriva la valigietta. — Io ne ho già letti molti, e tuttavia ho imparato poco.

— Vuol dire che non sai leggere, — osservò Nino; e i due fratellini risero d’intesa, guardandosi negli occhi.

— Bravi, vi beffate di me, anche?

Ma all’improvviso Nino e Salvador si fecero seri.

Egli traeva con esagerate precauzioni una scatola pesante.

— Un treno! Una corazzata!

— Questo è mio! — disse Nino, afferrando subito il treno; e Salvador guardò la corazzata e gli parve d’essere il bambino più felice del mon-

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