Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 225 — |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - Nel deserto, Milano, 1911.djvu{{padleft:231|3|0]]occhi pieni eli orgoglio e eli umiliazione? Ah, adesso ricordava: nella gabbia dorata dello zio Asquer, appena dopo il suo arrivo.... Allora, per un fenomeno mnemonico, l’orizzonte marino e l’odore della brughiera le tornarono alla memoria: e per la prima volta l’idea di ritornare laggiù le diede un senso di dolcezza profonda.
Quando la signora entrò, Lia era già calma, decisa a non domandar nulla se nulla le veniva offerto.
Alta e grigia, col riso pallido e immobile e gli occhi azzurri luminosi e freddi come quel cielo d’inverno, la dama porse a Lia tutte e due le mani, guardandola senza sorridere, ma anche senza sforzarsi a fingere un dolore o un interessamento che non sentiva.
— Cara! Da quando non ci vediamo! — Mi perdonerà.... — mormorò Lia, e il suono della sua voce umile la rattristò.
Sedette accanto alla dama benefica, si piegò su sè stessa.
— Quante volte abbiamo parlato di lei col dottor Fontana! Abbiamo una vera ammirazione per lei così brava, così coraggiosa....
— Adesso m’offre il suo aiuto, — pensò Lia; e attese.
— Ma dev’essere anche contenta dei suoi due bambini: due fiori, che la sua valida manina sa così ben coltivare....
Posò la sua mano lunga e calda sulla mano