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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - Nel deserto, Milano, 1911.djvu{{padleft:270|3|0]]grasso e bonario aveva fatto da facchino: e sudava e ansava, rosso nel suo camiciotto azzurro come un bambinone col grembiale, ma i suoi occhi celesti esprimevano una dolce e innocente compiacenza.

Prese Nino per le ascelle e lo sollevò per metterlo dentro lo scompartimento; poi guardò Lia e socchiuse l'occhio destro.

— Buon viaggio e buon divertimento, signorina. Finalmente ci siamo, eh?

Quando tutto fu a posto, Piero, che era salito nello scompartimento, baciò i bambini e strinse la mano a Lia: saltò giù e si fermò sull’orlo del marciapiede, e il suo viso esprimeva un’ansia vaga, come del resto appariva sui volti di altri uomini che avevano accompagnato le famiglie al treno e aspettavano il momento della partenza.

Lia si sporse dal finestrino, al di sopra delle teste di Nino e Salvador: vide il viso bianco e preoccupato di Piero, il viso rosso e l’occhio azzurro del portiere che ammiccava innocentemente, e subito sentì che «qualche cosa di nuovo» era accaduto.

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