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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - Nel deserto, Milano, 1911.djvu{{padleft:326|3|0]] nei giorni più tristi era svanito. Ella non avrebbe amato più: la sua gioventù era finita.

Le voci dei bimbi che riempivano di vibrazioni il silenzio del luogo, aumentavano il senso di solitudine che la avvolgeva. Salvador cantava a voce spiegata:

Vogliamo una figlia, madama Dunrè,

e Lia pensava al tempo in cui anche i suoi bambini l’avrebbero abbandonata per appoggiare la loro testa sul cuore di altre donne. Gli occhi le si riempirono di lagrime: ma come attraverso un velo luminoso vide a un tratto sorgere attorno a lei una corona di fantasmi cari: sua madre, il povero zio Asquer, il povero Justo.... Essi, no, non l’avrebbero più lasciata sola, come non l’avevano abbandonata mai, neppure quando ella s’era dimenticata di loro.

fine.

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