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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - Sole d'estate, 1933.djvu{{padleft:11|3|0]]dei vecchi, fa la provvista per il fuoco, raccogliendo gli sterpi dell’arenile, tenendosi però a rispettosa distanza dal bel Luigino, già decorativo cameriere di alberghi estivi, che adesso si diverte, dice lui, ad estirpare i cardi selvatici, argentei e duri come minerale, dalle cui radici si estrae uno squisito liquore per marmellate.
Ma le vere ricchezze, i doni viventi del mare, se li prendono i pescatori a vela e con la sciabica: questi ultimi sono venuti anche di lontano, con la loro barca biblica, rossa, nera e azzurra, vigilata dalla Vergine Santa: e sono dodici, come gli Apostoli, tutti rossicci, chi calvo, chi ricciuto, con occhi chiari, glauchi, che a lungo andare hanno preso la trasparenza liquida di quelli di certi pesci. Anche la loro pelle, aspra di salsedine, ha il colore delle triglie: e tutto intorno a loro sa di frutta e di erbe di mare.
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O era il profumo dei giunchi e delle gramigne che riprendevano un possesso quasi primaverile fino all’estremo limite della terra. Le dune ne erano già tutte ricoperte, e certi piccoli banchi di sabbia, rivestiti del