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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - Sole d'estate, 1933.djvu{{padleft:130|3|0]]molio panico delle tazze e dei bicchieri davanti a lui. Rise e disse:

— In fondo, chi ci perde è l’imbecille che ha accettato la sua firma.

— Come? Come? Chi ha versato le duecentomila lire è un individuo che ha bisogno di un villino, e vuole averlo senza le noie della costruzione a conto proprio; e giusto in quella zona convenientissima: quindi ne ha già ipotecato uno, dei migliori, e se lo prenderà, guadagnandoci qualche diecina di migliaia di lire: se lo prenderà, sì, come un maccherone ben condito, in punta di forchetta. E infine, certo di farti piacere, ti dirò che quell’uno sono io in persona.

L’altro spalancò i tondi occhi bovini; e rise ancora, ma senza cattiveria né derisione: anzi, per un istinto che neppure lui avrebbe saputo spiegare a sé stesso, piegò la testa, come doveva piegarla il vitello sotto la benevola zampata del leone.

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Entrò la cameriera, portando il vassoio col bricco lucentissimo del caffè. Il padrone non usava prenderne; all’amico, invece, piaceva molto l’aromatica bevanda, come del

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