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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - Sole d'estate, 1933.djvu{{padleft:30|3|0]]gazzi, lei quindici, lui diciassette anni, avevano trovato da nascondersi in modo che neppure la polizia, sguinzagliata sulle loro orme, era riuscita a pescarli: in quegli otto giorni la madre di Lula era morta e il padrone aveva lanciato una specie di bando, con ordine ai due colombi di tornare a casa per sposarsi.

E tornati essi a casa, aveva perentoriamente ingiunto a Lula di non spargere neppure una lagrima; anzitutto perché a lui non garbava la gente triste, e poi perché i morti anch’essi non vogliono che si pianga per loro, onde il dolore dei vivi non li disturbi nella loro eterna pace.

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— Sì, mamma, — gemeva fra sé Lula, agucchiando veloce un suo piccolo lavoro di lana, mentre il vapore che si addensava intorno, il rombo del motore e la luce crepuscolare che svaniva dai vetri appannati, le davano l’angosciosa impressione di un imminente uragano; — tu pure lo dicevi: appena morti, si rientra nella gloria di Dio: non bisogna quindi lamentarsi, perché la pena dei vivi richiama al mondo le anime

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