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Un appezzamento di terreno coltivato, del valore di ottocentomila lire, non è da disprezzarsi: e non lo disprezzava il suo proprietario, il vecchio signor Massimo, che anzi gli dava un prezzo ancora più inestimabile: poiché vi fermava le basi della sua vita giornaliera, ed anche la sicurezza economica per l’avvenire: sebbene quest’avvenire non si prospettasse straordinariamente spazioso, contando il signor Massimo i suoi bravi ottantacinque anni; vegeti, però, e sani e, diremo, anche freschi come gli alberi, le agavi, i rosai del suo giardino. Ed era appunto questo giardino che costituiva il suo prezioso patrimonio: ottocento metri quadrati di terreno, considerato fabbricabile, nel centro della città; a lire mille il metro quadrato.