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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Dell'Oreficeria rispetto alla legislazione.pdf{{padleft:14|3|0]]dagli Orientali, sia perchè poco ne han saputo trovare, sia perchè coll’oro sono stati molto ingannati nei contratti cogli Occidentali, i quali ebbero più smania di arricchire che rispetto per la morale. Non essendo atti ad intendere se veramente è oro di coppella tutto quello che riluce, conobbero per esperienza che era più facile accertarsi della bontà dell’argento che dell’oro, e però quello a questo antepongono. Ma se l’oro non resta mai alterato dalle combinazioni naturali, l’argento patisce dalla luce e si ossida cogli acidi vaporosi e colle emanazioni gassose. Se lasciate in un gabinetto profumato di una dama una fulgida tazza d’argento la vedrete in breve ora ossidarsi e vestirsi in tutta la superficie di una specie di gromma: tale suscettivo dell’argento ha servito alla mirabile invenzione della fotografia.

VI.


I due metalli di cui parliamo sono malleabilissimi in istato puro; se poi si uniscono con altri o fra sè stessi, acquistano una tenacità che sta in proporzione diretta della quantità del metallo diverso immischiatovi. Questo metallo diverso è quello che in arte appellasi lega, la quale è più o manco buona secondo la maggiore o minor quantità che con essi s’impasta. Gli antichi o perchè ignorarono le differenze chimiche, ovvero sapesse lor male lo scemamento della bontà del metallo puro, o finalmente perchè riusciva più agevole al lavoro in quello stato

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