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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Dell'Oreficeria rispetto alla legislazione.pdf{{padleft:45|3|0]]essendo uomini tolti alle libere industrie, ai nobili studii, all’agricoltura, per aggrupparli a quell’ente morale che si appella Stato, con aggravio smisurato del pubblico tesoro. Da ciò è nata la smania di seguire la carriera degli impieghi, d’entrar negli uffici ove dopo più o manco tempo, più o manco lavoro, o broglio, o acquistate grazie, cotali divengono possessori di una rendita sullo Stato. Ora siccome lo scoglio ove rompono i governi è sempre quella faccenda pecuniaria di cui si parla tanto; qualunque risparmio, benchè lieve, deve essere accettato da un buono amministratore, c senza titubanza; molto più quando all’utilità dell’erario si unisse l’utilità pubblica. Amore di me stesso non mi pose si fitta benda da farmi tenere per sicuro che i miei consigli saranno accetti; pure bastommi la speranza per farmi risolvere a parlare.

Quei governi che pigliano sopra di sè troppi carichi, e quelli che sono ignavi, nocciono parimente alla pubblica prosperità: lascino essi la cura di mantener probi gli artieri alle associazioni di mutuo soccorso, cui non è difficile sopraintendere insieme con le occorrenze disciplinari e svolgere gli assiomi della politica economia la quale addomanda principalmente la libertà fecondatrice d’ogni umana potenza.


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