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LIBRO QUINTO 251

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Della Nuova Istoria.djvu{{padleft:277|3|0]]in cammino co’suoi militi, assale ovunque mette piede lungo la via, di maniera che facendo scempio d’uomini, donne e fanciulli, guastando tutti i luoghi a cui avvenivasi, e radunando in brevissimo tempo sterminato numero di saccardi ed altra consimile gente, riduce agli estremi l’Asia universa. Il perchè travagliatissimi i Lidii, fuggendo nella totalità, quasi direi, alle marittime piagge, navigavano colle proprie famiglie alle isole o altrove, paventando l’Asia medesima col mare a confine di partecipare l’imminente sconforto. Arcadio all’udirne, punto non curando le pubbliche sciagure (nè esser potea altramente a cagione della sua balordaggine fuor di misura) consegnò il generale governo dell’impero ad Eutropio. Questi sceglie a duci Gaine e Leone, divisando spedire l’ultimo in Asia per assalirvi gli usurpatori barbari o le ragunaticce milizie; ed il primo inviarlo nella Tracia e nelle strette dell’Ellesponto per combattervi le nemiche truppe, ove sieno quegli abitatori oppressi dalle molestie loro.

Leone, destinato a soccorrere l’Asia, era intieramente privo d’ogni virtù di assoluto bisogno ad un capitano, nè avea altra dote comunque, salvo la molta dimestichezza con Eutropio, per meritare il fortunatissimo inalzamento. Gaine spedivasi nella Tracia onde impedire alle milizie di Tribigildo il passo per l’Ellesponto, e chiamarle, se lo addimandasse la pratica di guerra, ad una battaglia navale. Entrambi, avutone il comando, muovono colle truppe a norma della propria destinazione. Gaine allora, sovvenutosi degli accordi

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