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ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA, LIB. SESTO 303

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Del resto intralasciata sin qui una regolare narrativa delle Celtiche faccende crediamo di ragione il riferire in questo luogo ed alla spicciolata l’andamento loro infino dagli anni trascorsi. Regnando tuttora Arcadio, e sotto il consolato di Onorio per la settima volta e di Teodosio per la seconda, le Britanniche truppe sollevatesi collocano Marco in trono, prestandogli come sovrano obbedienza. Uccisolo poscia, mostratosi disadatto alle costumante della nazione, surrogangli Graziano e addobbato di porpora e diadema lo corteggiano non altramente che imperatore. Ma dopo quattro mesi disapprovatone il reggimento levangli impero e vita, conferendo il primo a Costantino, ed il nuovo principe, data la capitananza delle Celtiche milizie a Giustiniano e Nevigastio parte dalla Britannia. Messo piede in Bologna (città della inferiore Germania e la prima vicino al mare) dimorovvi alcuni giorni, e conciliatisi tutti gli eserciti sparti dalle Alpi infino alla Gallia ed all’Italia ritenea assicurata la stabilità del suo impero. Stilicone trattanto mandagli contro l’esercito datone il comando al duce Saro, il quale raggiunto Giustiniano e spentolo ad una colla maggior parte de’ militi conquistò ricchissima preda. Udito poi il ritiramento di Costantino in Valenza, città idonea a difenderlo, stabilì assediarla. Nevigastio, l’altro comandante, volendo seco parlare di pace ebbe amichevole accoglienza, ma, quantunque sacramentatosi da entrambi, fu di colpo ucciso, Saro violata avendo la santità del giuro.

Da Costantino allora supplita essendosi la costoro

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