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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Della consolazione della filosofia.djvu{{padleft:102|3|0]]lo il quale è da tutti desiderato. Nulla cosa, risposi, si può immaginare più vera, perciocchè o tutte le cose non si riferiscono a cosa nessuna, e private come d'un capo andranno scorrendo e quasi ondeggiando senza avere chi le regga; o, se egli è cosa alcuna, alla quale tutte l'altre universalmente traggano, quella sarà il sommo di tutti i beni. Ed ella: Troppo, disse, m'allegro, avendo tu, figliuol mio, dato coll'arco della tua mente nel mezzo appunto del segno della verità; nel che fare ti s'è quello manifestato, che tu sopra dicesti di non sapere. Che cosa? risposi. Qual fosse, disse, il fine di tutte le cose, perchè veramente quello è desso, che da tutti si desidera; il quale, perchè noi abbiamo sillogizzato e raccolto che è il bene, necessaria cosa è che confessiamo, il bene essere il fine di tutte le cose.


LE UNDECIME RIME.

Chïunque vuol profondamente il vero
  Cercar, nè fuor di strada uscir giammai,
  Dell'interno vedere i chiari rai
  In sè saggio rivolga, e del pensiero
  5I lunghi movimenti
  In cerchio pieghi, ch'a sè stesso riede.
  Mostri alla mente sua che quei contenti,
  Che fuori invan trovar cercando crede,
  Dentro ne' suoi tesor tutti possiede.
10Così quel, che pur dianzi d'alto errore
  Densa nube ed oscura ricopría,
  Più che 'l sol, chiaro a mezzo giorno fia;
  Perchè non tutto quanto il suo valore
  Toglie il corpo alla mente

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