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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Della consolazione della filosofia.djvu{{padleft:109|3|0]]
E con dolci parole
35Chiede agli Dii dell'ombre
Pace e perdono umíle.
Cerber, che par ch'ingombre
L'entrata con tre gole,
Preso dal nuovo canto, stupe e sile.
40Le Dee che in fero stile
Con perpetuo affanno
Spavento ai miser dánno,
Fuor delle leggi antiche
Piangon, venute di pietade amiche.
45Non Issïon la ruota
Veloce in cerchio gira;
Tantal, morto di sete,
L'acque non pur rimira;
Sta colla bocca vôta,
50Sazio de' versi, e di Tizio non miete
Più l'avoltojo la rete.
Vinti sem finalmente,
Gridò Pluton dolente;
Diam compagna al marito
55La moglie compra col carme gradito:
Ma con legge, che mai,
Se non del Tartar fore,
Gli occhi a mirarla volga.
Chi dia legge ad Amore,
60Ch'ogni legge d'assai
Vince, che le sue leggi o scemi o tolga?
Già, perchè più si dolga,
Al fin del carcer tetro
Gli occhi rivolse indietro;
65Onde ogni suo disío
In un punto mirò, perdè, morío.
Questa favola voi,
Che nel superno lume