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E con dolci parole
  35Chiede agli Dii dell'ombre
  Pace e perdono umíle.
  Cerber, che par ch'ingombre
  L'entrata con tre gole,
  Preso dal nuovo canto, stupe e sile.
  40Le Dee che in fero stile
  Con perpetuo affanno
  Spavento ai miser dánno,
  Fuor delle leggi antiche
  Piangon, venute di pietade amiche.
45Non Issïon la ruota
  Veloce in cerchio gira;
  Tantal, morto di sete,
  L'acque non pur rimira;
  Sta colla bocca vôta,
  50Sazio de' versi, e di Tizio non miete
  Più l'avoltojo la rete.
  Vinti sem finalmente,
  Gridò Pluton dolente;
  Diam compagna al marito
  55La moglie compra col carme gradito:
Ma con legge, che mai,
  Se non del Tartar fore,
  Gli occhi a mirarla volga.
  Chi dia legge ad Amore,
  60Ch'ogni legge d'assai
  Vince, che le sue leggi o scemi o tolga?
  Già, perchè più si dolga,
  Al fin del carcer tetro
  Gli occhi rivolse indietro;
  65Onde ogni suo disío
  In un punto mirò, perdè, morío.
Questa favola voi,
  Che nel superno lume

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