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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Della consolazione della filosofia.djvu{{padleft:113|3|0]]perturbazione, sano e salvo colla mia guida per la mia via, e ancora in su i miei carri, nella tua patria ritornare te ne possa;
LE PRIME RIME.
Perchè leggiere e belle,
Da volar sopra le più alte stelle,
3Penne veloci ho io,
Le quai tosto che veste
La mente snella, tutte quante queste
6Cose pone in oblío;
Passa dell’aere immenso i larghi campi,
E sopra i tuon, sopra i celesti lampi
9Le nubi a tergo vede;
E del fuoco, che ’l ciel di falda in falda
Col movimento suo rapido scalda,
12La sommitate eccede,
Fin ch’ai pianeti giunga,
E ’l cammin suo con quel di Febo aggiunga,
15O più alto il gelato
Vecchio accompagni e lento,
A rimirar sì belle come intento,
18Fatta del ciel soldato;
O con quel cerchio, u’ più chiara si mostra
La notte, che s’ingemma, indora e innostra,
21Vada rotando a volo;
E, quando fatto avrà, girando intorno,
Quanto le par da fare ivi soggiorno,
24Lasci l’ultimo polo;
E, calcando il bel dosso
Del ciel più chiaro e più veloce mosso,
27Miri ove è più sereno.
Quivi il Signor de’ regi
Ha il seggio e ’l scettro, e senza privilegi
30Regge del mondo il freno.