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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Della consolazione della filosofia.djvu{{padleft:136|3|0]]ne, si riferisce, fu dagli antichi chiamato fato: le quali cose essere diverse agevolmente sarà chiaro, se alcuno la forza dell’una e dell’altra risguarderà. Perchè la provvidenza è quella stessa ragione divina, la quale, posta nel sommo Principe di tutte le cose, tutte le cose dispone; e il fato è una disposizione, la quale sta congiunta e appiccata alle cose mobili e temporali, mediante la quale la provvidenza ciascuna cosa con debiti ordini lega e annoda: perchè la provvidenza tutte le cose egualmente, ancorachè diverse, ancorachè infinite, abbraccia e comprende; ma il fato tutte le cose particolarmente a una a una divise in luoghi, forme e tempi dispone e muove in guisa, che questo spiegamento dell’ordine temporale, adunato nella veduta della mente divina, è provvidenza; e il medesimo ragunamento, ordinato e spiegato in tempo, si chiama fato: le quali due cose, non ostante che siano diverse, pendono nondimeno l'una dall’altra; perchè l’ordine fatale dalla semplicità della provvidenza procede: imperciocché, sì come l’artista, comprendendo colla mente la forma e il modello della cosa che egli vuol fare, comincia a metterla in opera, e quello che egli semplicemente e tutto in un tempo solo veduto aveva, per varii ordini e diversi tempi conduce; così Dio in un modo solo e stabilmente le cose, che fare si debbono, colla sua provvidenza dispone. E il fato quelle medesime cose, che Dio dispone, con varii modi e in diversi tempi fa ed eseguisce. Dunque, o eseguiscasi il fato da alcuni spiriti divini che servano alla provvidenza, o tessasi l’ordine fatale dell’anima o da