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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Della consolazione della filosofia.djvu{{padleft:170|3|0]]za di quella somma intelligenza erghiamoci, se è possibile, perciocchè quivi vedrà la ragione quello che in sè non può risguardare, cioè in che modo ancora quelle cose, le quali gli avvenimenti certi non hanno, siano dalla certa e determinata prescienza di Dio conosciute; nè sia opinione questa, ma più tosto semplicità di quella somma scienza, la quale da nessuno termine non è racchiusa.


LE RIME QUINTE E ULTIME.

Di molte e varie forme
  Calcan la terra diversi animali.
  Questi con piatto steso corpo enorme
  Spazzan, strisciando, col petto la polve,
  5Che lungo solco lascia u’ che si volve;
  Quei poscia con dipinte e leggiere ali
  I lunghi spazii del largo aere a volo
  Notando vanno, quai vaghi augelli;
  Altri s’allegran di stampar nel suolo
  10Della terra i vestigi, e con isnelli
  Passi, quai fiere belve,
  Saltare i campi e trascorrer le selve.
I quai tutti, sebbene
  Diversi aver varie figure vedi,
  15A ciascun d’essi nondimeno avviene
  Che la faccia inchinata vêr la terra
  Le sentimenta rintuzzate atterra.
  Sol l’uom all’alte e sempiterne sedi
  Erge la fronte, e con dritta statura
  20Spregia la terra: or te, se in tutto stolto
  Non sei, accorto fa cotal figura,
  Che avendo gli occhi al ciel diritti e ’l volto,
  L’alma v’indrizzi ancora,
  Perchè il senso non regni, e ragion mora.

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