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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Della consolazione della filosofia.djvu{{padleft:176|3|0]]che elle necessarie non siano, se elle rispetto alla condizione divina avvengono in tutti i modi, nè più nè meno, che se necessarie fossero? In ciò, rispondo, sono differenti, che, come quelle cose che io poco fa ti misi avanti, il sole quando nasce e l’uomo quando va, le quali, mentre che elle si fanno, non possono non farsi, e nondimeno una di loro ancora innanzi che ella si facesse era necessario che fosse, ma l’altra non già; così medesimamente quelle cose, le quali Dio ha presenti, saranno senza dubbio: ma di loro questa dalla necessità delle cose discende; l’altra dalla potestà procede di coloro che la fanno. Dunque non a torto dicemmo queste cose, se alla notizia divina si riferiscano, essere necessarie; se per sè si considerino, essere da’ legami sciolte della necessità, sì come tutto quello che è alle sentimenta palese, se tu alla ragione lo riduci, è universale; ma, se verso sè stesso lo risguardi, è particolare. Ma se in mio potere è, dirai tu, mutare proponimento, io annullerò e renderò vana la provvidenza; perchè muterò per avventura quelle cose che ella innanzi avrà conosciute. A questo risponderò, che tu puoi ben rivolgere il proponimento tuo; ma perchè la presente verità della provvidenza divina vede e che tu ciò puoi, e se tu ’l debbi fare, e dove ti rivolgerai, dico che tu la divina prescienza schifare non puoi; sì come tu non puoi fuggire che uno occhio, che ti sia presente, non ti vegga, dato che tu, avendo la volontà libera, a fare varie cose ti rivolga. Come? dirai tu, dunque si muterà per la disposizione mia la scienza divina, talchè se-

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