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LIBRO SECONDO
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PROSA PRIMA.
Tacquesi alquanto, detto che ebbe queste cose; e, quando le parve d'avermi fatto attento col suo moderato tacere, cominciò a favellare in cotal maniera: Se io ho bene le cagioni e la disposizione della tua infermità conosciuto, tu, per la voglia e desiderio che hai grandissimo di ritornare nella fortuna di prima, ti vai consumando e struggendo; nè altro ha lo stato rivolto della tua mente, se non ella, la quale ti si è, secondo che avvisi tu, mutata. Io conosco benissimo i varii abbellimenti e diversi inganni di quel mostro, e quanto soglia conversare piacevolmente con coloro i quali ella cerca d'ingannare, infine a tanto che ella abbandonatigli, quando se'l pensavano meno, con non comportevole dolore gli perturbi tutti e confonda. Ma, se tu vorrai ricordarti quali siano la natura sua, i costumi e li benefizii, conoscerai manifestamente te mai non avere nè posseduto in lei nè perduto cosa alcuna di momento nessuno; nè bisognerà, per quanto io stimo, che io m'affatichi per ritornarti nel-